Cologno Monzese, 3mila reperti antichi nascosti un una villa
Scoperto un traffico di reperti archeologici di epoca nuragica e romana. I pezzi antichi viaggiavano tra la Sardegna e la Lombardia. Denunciate tre persone. I dettagli
Un traffico di reperti archeologici fra la Sardegna e la Lombardia, con relativi scavi clandestini, è stato individuato dagli agenti del Corpo forestale. Sequestrati oltre 3.000 reperti in una villa a Cologno Monzese e in una casa in Sardegna. Tre i denunciati. Nell'ambito di una operazione denominata "Bronzo antico", gli agenti dell'Ispettorato del Corpo forestale di Cagliari e della stazione di Senorbì hanno recuperato, nel caveau di una villa a Cologno Monzese e in una abitazione a Domusdemaria, nel cagliaritano, oltre 3.000 reperti databili di epoca diversa (nuragica, romana, punica, imperiale) e denunciato tre persone all'autorità giudiziaria per ricettazione, scavi clandestini, danneggiamento e appropriazione di beni dello Stato. Sequestrata anche l'attrezzatura utilizzata per gli scavi (fra cui due metal detector) e materiali per la catalogazione.
La denuncia è a carico di Roberto Pregnolato, di 39 anni, di Milano e residente a Cologno Monzese, titolare di un'impresa per la bonifica di siti con amianto e per coperture con materiali ecologici, dell'artigiano Pier Paolo Angioni, di 48, di Domusdemaria, e di Andrea Puddu, di 47, di Senorbì. I tre sono stati colti sul fatto dai forestali mentre scavavano, muniti di piccozze e rastrelli, nel sito archeologico di Funtana Bangius, fra Senorbì e Ortacesus (avevano già recuperato monete e una campanellina in rame).
L'imprenditore, secondo gli inquirenti, era sbarcato poche ore prima a Cagliari e anziché raggiungere la famiglia in vacanza a Chia si era diretto verso Senorbì, dove l'attendevano i due complici. Le abitazioni dei tre sono state perquisite dagli agenti dell'Ispettorato di Cagliari e da quelli del Cfs di Milano ed è stato così recuperato un autentico tesoretto di reperti, tutti provenienti da scavi clandestini.(Fonte ANSA)